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Tavernola, combustibile da rifiuto, il cementificio potrà brucuarli, il Comune perde la causa al TAR

Combustibili da rifiuto, il Cementificio potrà bruciarli, l’amministrazione comunale di Tavernola ha perso il ricorso al TAR di Brescia e ora sta valutando il ricorso al Consiglio di Stato. Ecco il Comunicato che l’amministrazione comunale guidata da Joris Pezzotti ha diramato.

E’ stata pubblicata in data 27/04/2022 la sentenza del TAR di Brescia relativa al ricorso, presentato a gennaio 2018, da parte del Comune di Tavernola Bergamasca, contro l’autorizzazione sperimentale, rilasciata dalla Provincia di Bergamo nel 2017, per l’utilizzo di CSS-Combustibile (eow) in parziale sostituzione del combustibile tradizionale, nell’impianto cementiero sul suo territorio.

il Tar di Brescia ha dato torto al Comune, respingendo le sue richieste.

Soprattutto in relazione al futuro, questa Amministrazione non può stare a guardare, è una sentenza, che rispettiamo ma non condividiamo, valutandone l’appello al Consiglio di Stato.

La recente crisi energetica ha favorito un orientamento simile anche a livello centrale di Governo, con norme che stanno favorendo il coincenerimento di rifiuti nei cementifici e l’utilizzo delle fonti fossili per far fronte all’emergenza.

Resta il fatto, comunque, che l’autorizzazione del cementificio di Tavernola riguarda esclusivamente l’utilizzo di CSS-Combustibile, quindi quella tipologia di derivato dai rifiuti definito End of Waste. Ci auguriamo che il rispetto delle promesse fatte dalla dirigenza qualche anno fa, quando dichiarava che non avrebbe avviato questa pratica senza il consenso locale che non c’è ora e non c’è mai stato, possa bastare a continuare scongiurarne l’avvio.

Restano poi le problematiche legate a una frana da 2.100.000 mc, sul fronte del Monte Saresano, dietro la fabbrica, tutt’altro che ferma e che, ad oggi, si muove ancora circa di 0,26 e 0,34 mm/giorno, quindi circa il triplo rispetto al trend storico di quel pendio.

Un problema senz’altro grave, integrato nel ricorso ma che riguarda il cementificio nel suo complesso e non il solo css-c, problema affrontato, quindi, attraverso richiesta specifica alla Provincia di Bergamo, circa la necessità di aprire un Riesame dell’AIA con una Valutazione di Impatto Ambientale che determini se e come sia eventualmente compatibile la prosecuzione dell’attività cementiera in sicurezza nell’impianto di Tavernola, tutelando sia i lavoratori dipendenti, che tutti gli altri lavoratori rivieraschi nel settore turistico e indotto, nonché gli abitanti e gli ulteriori interessi paesaggistici, ambientali, di salute ecc. … in campo.

In caso di frana, la sicurezza va intesa anche rispetto all’ipotesi di sversamento nelle acque del lago, di sostanze inquinanti necessarie per il processo produttivo, come pet-coke, ammoniaca, clinker e diversi materiali catalogati come rifiuti ed utilizzati come materie prime secondarie, nel forno da cemento.

Una valutazione che riteniamo necessaria a seguito dell’attivazione di una frana così imponente che potrebbe cadere in tutto o in parte, e ciò, ribadiamo, a tutela dei tavernolesi ma non solo.

La Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), legata al riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) del cementificio, in relazione all’accelerazione preoccupante della frana avvenuta nel 2021 e non ancora scongiurata, è per noi un passaggio imprescindibile, un percorso irrinunciabile, un dovere morale. Non ci pare possibile che una frana di queste proporzioni non porti ad attivare una VIA!

E’ da chiarire se la Provincia, nonostante l’evento franoso dal febbraio 2021, rimanga della stessa opinione riportata nella sentenza sul CSS-C, anche esaminando più in generale l’intero cementificio, nel contesto di revisione dell’AIA per la frana, e cioè che “l’impianto non sarebbe assoggettabile a V.I.A. perché l’attività sarebbe iniziata prima dell’entrata in vigore delle disposizioni nazionali e comunitarie in materia e le disposizioni che impongono una revisione della valutazione in caso di particolari eventi presuppongono che l’attività sia stata originariamente assoggettata ad essa”, frase questa, a nostro avviso, intesa ad escludere quegli impianti/attività per i quali la VIA non è prevista (non i cementifici), diversamente, infatti, ci sarebbe, di fatto, una sorta di diritto perpetuo a permanere “a prescindere dall’accadimento di qualsiasi evento” (?).

Almeno sul fatto che la frana sia da annoverare tra i cosiddetti “particolari eventi”, infine, ci parrebbe non esserci dubbio!

Secondo la Provincia, si legge nella sentenza, che “non sarebbe affatto scontato che il cementificio possa riprendere la propria attività” e, pur se l’impianto ad oggi è in marcia, significa che le valutazioni non sono finite.

Ma chi dovrebbe decidere sulla ripresa dell’attività del cementificio (se di ripresa si può parlare, visto che non è fermo)? Secondo noi, come già spiegato, tutti i soggetti interessati, attraverso un procedimento pubblico di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), data la situazione di rischio frana e onda anomala, di portata non certo ordinaria, e ciò a completamento e a supporto degli utili “intensi profili di discrezionalità” (così come definiti nella sentenza) di cui dispone la Provincia in questa materia, tutto ciò anche in relazione alle numerose prese di posizione, espresse in questi anni, dai Comuni rivieraschi bergamaschi e bresciani, dalle Comunità Montane, dal G16, ecc. … a sostegno di Tavernola, non solo contro l’utilizzo di combustibili alternativi ma, più in generale, sulla dismissione-riconversione dell’impianto.