Grumello del Monte, Cristian Salomoni, il criminalista più famoso in Spagna, che sa leggere la verità dal viso

Grumello del Monte, Cristian Salomoni, il criminalista più famoso in Spagna, che sa leggere la verità dal viso

Dalle espressioni faciali, dal movimento degli occhi o delle mani Cristian sa dire se una persona mente o dice la verità

 

Sapere se una persona sta mentendo o dice la verità leggendo semplicemente le espressioni del suo volto, il movimento del corpo, delle mani. Una capacità che sembra quasi una magia e che per Ctistian Salomoni non ha praticamente segreti. Lui dal movimento della bocca, degli occhi, da un leggero movimento delle sopracciglia o delle spalle sa capire se una persona sta dicendo la verità o se magari ci sono dei sospetti tali da mettere in forse una testimonianza.

Per lui il volto umano non ha segreti, merito di due lauree (una in Scienze politiche e una in Psicologia) e di altrettanti Master (in Criminalistica e Polizia scientifica). Una passione nata davanti alla Tv con i telefilm della ‘Signora in giallo’ che evidente hanno lasciato un seme che è germogliato da giovane studente

Da studente di Erasmus a criminologo di fama nazionale, ma non in Italia, come capita per moltissimi giovani, anche Cristian Salomoni ha dovuto cercare la sua fortuna all’estero e l’ha trovata in Spagna dove oggi vive e lavora.

Una grande passione per la psicologia, in particolare la criminologia ha fatto di Cristian uno dei maggiori esperti di comunicazione non verbale, tanto da diventare il professore di investigatori, poliziotti e studenti di mezza Spagna. Se in Italia poi nelle trasmissioni come ‘Quarto Grado’ ‘Porta a Porta’ vi trovate i vari Picozzi e Meluzzi, ecco, in Spagna sulle sedie degli esperti nelle trasmissioni tv ci potete trovare proprio Cristian che analizza caso per caso i crimini spagnoli

Il viaggio di Cristian in Spagna

L’amore di Cristian per la Spagna nasce con l’Erasmus, due anni a Valencia passati per studiare, un viaggio ‘fatele’ visto che la Spagna è diventata ora la sua patria adottiva. “Mi sono iscritto alla Statale di Milano a Scienze politiche, mi interessa infatti anche la politica e da ragazzo a Grumello avevo militato nelle fila di un partito a Grumello quando ero ragazzino. Ma a cambiare la rotta del mio destino è stato un Erasmus a Valencia. All’università ho seguito solo corsi che mi appassionavano e molti erano legati proprio alla Criminalistica. Finiti i sei mesi di Erasmus mi sono fermato e rientravo a Milano solo per dare gli esami. Nel 2010 mi sono laureato a pieni voti e ho deciso di proseguire gli studi in Spagna.

Oggi vivo a Barcellona dopo essere stato a Valencia per due anni a studiare, poi ho fatto un anno a Barcellona, sei a Madrid e oggi sono tornato a Barcellona. Ci sono molti motivi che oggi mi spingono a rimanere in Spagna e a non tornare in Italia. Il primo motivo è proprio il mio lavoro, oggi sono consulente per una ditta di ingegneria umana, consulenze in comportamento non verbale e scienze cognitive. Unisco il linguaggio non verbale alla psicologia, un campo che in Italia si può dire che è ancora quasi inesistente e che invece in Spagna è ormai diffuso. Questi studi hanno principalmente due applicazioni che poi sono il mio lavoro, il primo riguarda il marketing aziendale, la pubblicità, lo studio del comportamento dei consumatori per capire come presentare un prodotto, come poterlo vendere, come si comportano le persone, come modificare eventualmente gli ambienti per rendere più appetibile un prodotto. Spesso vengo chiamato per attività di coaching in aziende per formare gli addetti alla selezione del personale. In questo caso l’applicazione dello studio ha ancora ampi margini di crescita nei prossimi anni.

Il secondo campo, che forse è il più affascinante, riguarda la criminologia, lo studio del comportamento non verbale in possibili criminali e qui il nome di Cristian Salomoni in Spagna è uno dei nomi più diffusi:

In Spagna ho iniziato a frequentare un Master in Criminalistica e Polizia scientifica, mi interessava questo campo, il crimine e il saper riconoscere un colpevole o un innocente proprio dalla comunicazione non verbale. Qui grazie a un mio docente, che ho iniziato a specializzarmi nell’analisi del comportamento non verbale, tutto ciò che ci rivelano gesti, espressioni del volto, incongruenze con ciò che si dice. Facendo pratica in ambiente investigativo ho applicato queste nozioni per scovare presunti assassini”. E dopo un secondo Master in Criminalistica a Madrid, è salito in cattedra diventando uno dei maggiori esperti in questo campo.

Lo studio del linguaggio non verbale è un campo abbastanza ampio che si basa principalmente sulle emozioni che sono di per sé universali, la tristezza, la felicità, l’ira, la sorpresa, il disprezzo, la paura e il disgusto. Queste spesso sono emozioni che viaggiano su un canale diverso da quello del linguaggio, così capita che una persona parlando indica una cosa, esprime un pensiero che non viene magari condiviso dal linguaggio non verbale che è difficilmente dissimulabile, non si riesce a mascherare. E questo linguaggio non verbale, queste emozioni trapelano da piccoli dettagli, da espressioni del viso, da gesti del corpo, delle mani che solo chi ha studiato questo campo sa interpretare. Ormai per ogni espressione del volto, per ogni movimento di un muscolo facciale ci sono dei numeri corrispondenti e attraverso questa sorta di codice un esperto riesce a capire, interpretare quello che il volto dice. Questo linguaggio, a differenza di quello delle mani, è univoco per tutti i popoli, persino i ciechi hanno quelle espressioni pur non avendole apprese da nessuno, sono insite nella natura umana. Come dicevo le espressioni si possono misurare, un modo per farlo è il metodo Facs che aiuta a capire il grado di intensità di un’emozione. Analizzando video di testimonianze di presunti criminali vedo come reagiscono alle domande degli inquirenti, se e come manifestano emozioni, e di che tipo, quanto sono sinceri. Per esempio il sorriso, il vero sorriso in termini tecnici è la somma di 6 azioni differenti tra loro che combinate portano ad un sorriso spontaneo, questi movimenti corrispondono a azione 6, i movimenti ai lati della bocca alzati, gli zigomi sollevati e le zampe di gallina agli occhi. Si può sorridere diversamente ma molto probabilmente quel sorriso è dissimulato, forzato, non spontaneo”. E tutto questo sapere Cristian lo mette a disposizione di studenti, specialisti del marketing e soprattutto investigatori e poliziotti. “Oggi tengo corsi sul comportamento non verbale al Master dell’Università di Madrid rivolti a professionisti: polizia, medici, esperti di marketing, giornalisti e faccio parte del Club de comunicación no verbal. Lì la comunicazione non verbale è molto più seguito e considerato a differenza dell’Italia. In particolare sono fiero di fare lezioni agli investigatori delle varie polizie esistenti in Spagna, dalla Guardia civil ai Mossos d’esquadra, i miei alunni sono le persone che lavorano nella sezione analisi di comportamento umano della polizia spagnola, specializzati proprio l’analisi della comunicazione non verbale, della psicologia”.

 

I crimini italiani:

Ed ovviamente Cristian ha analizzato i casi dei crimini più famosi, dal caso di Yara Gambirasio a Cogne, fino ad Amanda Knox fino al caso recente di Marco Vannini: “Nelle mie lezioni in Spagna uso spesso i casi italiani per le mie lezioni, casi magari poco conosciuti o addirittura sconosciuti in Spagna che mi permettono di far vedere come l’analisi comportamentale e l’espressione del volto spesso non corrisponde a quanto un testimone dice. Partiamo dal caso di Yara Gambirasione dal comportamento di Massimo Bossetti, A lezione faccio vedere spesso il video della cattura di Bossetti, i carabinieri arrivano all’improvviso sul cantiere, si vede Bossetti allontanarsi appena vede i carabinieri. Quando viene preso e ammanettato l’unica cosa che chiede è ‘dove sono le scarpe’. Il suo viso rimane impassibile, non esprime praticamente emozioni, è glaciale. Se una persona qualsiasi che sa di essere innocente viene preso ed ammanettato sul posto di lavoro, quanto meno il volto dovrebbe esprimere sorpresa, incredulità, rabbia, queste le emozioni più ovvie, dovrebbe almeno chiedere perchè viene ammanettato. Bossetti non dice praticamente nulla, non chiede nulla, come se il fatto fosse normale, atteso”. Ci sono poi due casi che Cristian paragona sempre, il cago di Cogne e il caso di Denise Pipitone: “Ci sono due casi simili di due bambini, uno ucciso e l’altra scomparsa, che mi servono per mostrare quando una madre mente e quando invece è sincera, sono i casi di Cogne e di Denise Pipitone, la bambina scomparsa in Calabria. Nel primo caso si vede come Annamaria Franzoni si contraddica e spesso cerchi di forzare emozioni che non sente. La madre non esprime nessun tipo di emozioni come la tristezza ed ha comportamento verbale molto ambiguo, difatti il suo volto non esprime mai questa tristezza, piange quasi a comando. Noi esperti possiamo dire che è non è una tristezza sentita, veramente provata, davanti alla perdita del tuo bimbo dovresti

piangere a dirotto, provare un senso di angoscia profonda, continua, invece la Franzoni appare spesso inespressiva. L’opposto invece è Piera Maggio, mamma di Denise Pipitone, la bambina scomparsa il primo settembre del 2004, in questo caso il suo volto, le sue espressioni mostrano inequivocabilmente angoscia, tristezza, anche dopo 15 ani dai fatti, in questo caso si vede che è una madre che non mente”.

Uno dei casi dove il colpevole non riesce a dissimulare le proprie emozioni vere è il mostro Foligno, Luigi Chiatti che nel 1992 uccise in Umbria Simone Angeletti di 4 anni e Lorenzo Paolucci di 13 anni. Nel video della sua interrogazione si vede come quando Chiatti ricorda come ha ucciso quei bambini mostra sul viso delle espressioni di piacere, di godimento, si mette quasi a sorridere ripensando a quei momenti. Questo è un caso interessante per un motivo principale, serve a capire quando un assassino ha capito il suo errore, si è pentito ed è eventualmente pronto per essere rimesso in libertà. In questo caso le espressioni di soddisfazione, di gioia nel ricordare quanto fatto mostrano inequivocabilmente che Chiatti non è pentito e mostra ancora piacere per i suoi crimini. C’è poi il caso di Pietro Maso che sempre negli anni ’90 uccise i suoi genitori per avere i soldi dell’eredità. In quel caso sin dai primi interrogatori, dalle interviste trapela come lui stesso cerchi evitare sempre di parlare dei genitori. Quando viene interrogato non dice di aver trovato in sala i copri del padre e della madre ma di aver visto due gambe uscire da sotto il tavolo, sono delle gambe, non sono mai i genitori, si punta ad allontanare il più possibile il peso del crimine commesso perchè evidentemente è già un crimine troppo pesante da sopportare”.

C’è poi il caso recente di Marco Vannini, il ragazzo morto mentre era ospite della famiglia Ciontoli, un caso più volte trattato recentemente nelle trasmissioni tv. In questo caso Cristian Salomoni spiega come oggi tra Italia e Spagna ci sia un abisso proprio nell’approccio da parte degli inquirenti nei confronti di presunti criminali. “Quando sento gli interrogatori fatti alla famiglia Ciontoli mi metto le mani nei capelli e capisco come non deve essere condotto un interrogatorio. Anche a questo serve il linguaggio non verbale, a capire che domanda deve essere fatta in quel determinato momento. Devi saper anche approcciarti alla persona che stai interrogando, non lo devi stressare, invece qui si facevano domande inappropriate in continuazione”.

Criminali e possibili criminali, Cristian aveva anche analizzato il comportamento di un kamikaze: A Piazza Pulita avevo analizzato anche il comportamento non verbale di Samy Amimour, uno degli attentatori di Parigi attraverso un video di un colloquio per un posto da autista. Si vede Amimour che ha un sorriso sforzato, che si nasconde quasi dietro i libri e gli appunti, che siede negli ultimi posti, un comportamento che mostra una persona timida introversa. Proprio su questa tipologia di persone punta oggi l’Isis, su persone timide, introverse che si sentono escluse dalla società e per questo spesso covano un sentimento di rancore che poi esplode improvvisamente trasformandoli in attentatori e kamikaze”

La comunicazione non verbale e i politici

La comunicazione non verbale e i politici, ma anche i Vip, gli imprenditori o i reali di Spagna, insomma un campo che può essere applicato ovunque. Cristian ha analizzato il comportamento di Ronaldo, quando arrivò al Real Madrid, “Si notava bene questa sorta di sfida comportamentale tra lui e Florentino Perez che traspariva sotto i sorrisi di circostanza. Nell’accogliere Ronaldo si vede bene come il patron del Real Madrid, Florentino Pérez Rodríguez, gli dà la mano con il palmo aperto, un segno di resa e di fiducia, ma poi stringe la mano di Ronaldo girando il palmo e tirandolo a sé, un gesto di aggressione quasi a rimarcare chi ha il dominio della situazione. Ronaldo istintivamente coglie questo messaggio, gli stringe la mano ma gli dà anche una pacca sulla spalla come gesto di sfida”. Ma ha anche analizzato le capacità comunicative della nuova Regina di Spagna, Doña Letitia, per “El Confidential” e poi i politici: “In Spagna mi hanno spesso chiamato per analizzare il comportamento dei politici, Pedro Sanchez batte tutti. In Italia non ho analizzato spesso i politici. Matteo Renzi ad esempio è una persona difficile da analizzare perchè è troppo schietto, nel bene e nel male, quindi sempre sincero. Dice insomma sempre quello che pensa anche quando deve sparare delle baggianate, quindi il suo comportamento non verbale coincide con quanto dice. Un altro politico difficile da analizzare è il presidente della repubblica Mattarella perchè molto protocollare.

Per Matteo Salvini invece credo che il suo comportamento non verbale mostri troppo odio, disprezzo, troppa ironia e sarcasmo. Un bravo politico deve sapere usare tutti i tipi di emozione a proprio favore. La carica del politico ha molto a che fare con le emozioni e devi avere empatia riuscire a catturare sempre l’attenzione e la fiducia delle persone, che poi sono i tuoi possibili elettori . Io dico sempre che la campagna elettorale c’è sempre e che un politico deve essere sempre attento quando parla. Tra i politici credo che il più bravo sia il primo ministro canadese Justin Trudeau, lui mantiene sempre una coerenza tra linguaggio verbale e non verbale è bravo anche a comunicare”.

 

Cristian, star della tv spagnola

“Partecipo spesso alle trasmissioni in Spagna, intervengo sui giornali, alle radio, quando c’è da analizzare un caso in Spagna spesso mi chiamano e anche qui i casi sono molto numerosi, i miei amici mi prendono in giro e dicono che sono un po’ la Roberta Bruzzone della tv spagnola. Qui sono diventato piuttosto famoso per via delle apparizioni televisive e ho aperto un sito ‘rojoscurocasinegro.com’ su questi studi. In Italia ho partecipato più volte alla trasmissione ‘Piazza Pulita’ su La7 con Corrado Formigli ma in Italia le mie apparizioni sono sporadiche, anche a causa della lontananza”.

 

Le differenze tra Spagna e Italia

“Tornare in Italia, per ora non penso proprio, in Italia non c’è ancora la cultura che serve per diffondere la mia disciplina”. Cristian Salomoni è sicuro, in Italia per ora non ci tornerebbe proprio, “Le differenze tra Italia e Spagna secondo me sono molte e in vari campi. L’Italia è troppo conservatrice, la Spagna è già molto più liberale, ha politiche che aiutano le famiglie, qui se uno diventa papà ha 8 settimane di permesso, in Italia no. Manca poi la cultura della comunicazione non verbale, in Spagna è la normalità, in Italia no, mi piacerebbe fare lezioni ai carabinieri, alla polizia ma non ci sono i presupposti. Dell’Italia mi manca la famiglia e il paese, io mi sono realizzato lavorativamente in Spagna, mi trovo bene, ma in fondo invidio i miei amici che invece si sono realizzati rimanendo a Grumello del Monte dove hanno la famiglia e tutte le amicizie. Ancxhe a me sarebbe piaciuto ma è andata diversamente. Mi manca ovviamente la mia famiglia, con la quale ho un grande rapporto e mi manca se si vuole anche l’aspetto bucolico di grumello del Monte. Vivendo in grandi città spagnole, mi manca il rapporto con la terra, con i prati, la collina, sono aspetto sui quali ogni tanto torno con il mio pensiero”.

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